Arturo Dazzi

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Biografia breve di Arturo Dazzi

Arturo Dazzi (Carrara 1881 - Pisa 1966) è stato uno scultore italiano del XIX secolo. Compie i propri studi all'Accademia di Carrara, allievo di Lio Gangeri, e lavora Come sbozzatore del marmo per mantenersi. Completa poi la sua formazione artistica a Roma, dove ha la possibilità di recarsi dopo aver vinto il concorso per il Pensionato Artistico Nazionale. Nella capitale Dazzi lavora intensamente, e fra le sue opere di questo periodo è da ricordare la statua del Cardinale De Luca, per il Palazzo di Giustizia (1904). La Biennale di Venezia del 1912 lo accoglie nella sala ove espone anche Ercole Drei, ma Dazzi è presente anche alle mostre della Secessione Romana: nel 1914 con Ritratto della signora Borghese, nel 1915 con La nonna e nel 1916-17 con ben cinque opere. Nel 1919 vince con Angelo Zanelli il concorso per il fregio dell'Altare della Patria, e si occupa della parte relativa ai Precursori. Tra il 1923 e il 1925 l'artista si dedica prevalentemente all'esecuzione di monumenti ai caduti (Ancona, Rossignano, Crema, Fabriano), di fregi decorativi, bassorilievi e sepolcri. Nel 1925 si stabilisce a Forte dei Marmi, dove più tardi eseguirà la Stele Marconiana, alta quarantacinque metri, composta da grossi blocchi di marmo di Carrara (sarà portata a termine sol tanto nel 1959 e collocata all'EUR). In occasione della Biennale di Venezia del 1926 gli viene dedicata una sala personale, in cui Dazzi ha la possibilità di espor- re dieci opere (spiccano la versione in marmo đi Antonella, presentata alla Bien- nale Romana tre anni prima, e i particolari dei Monumenti ai Caduti di Fabriano e Codogno). Due anni dopo inizia la collaborazione con I'architetto Marcello Piacentini per la decorazione del Palazzo di Giustizia di Messina. Durante gli anni Trenta l'artista esordisce anche nella pittura; infatti in occasione della Seconda Quadriennale Romana (1935), presenta una sola scultura e un gruppo di dipinti. Accademico d'ltalia, l'artista espone intensamente anche all'estero (Parigi, Zurigo, Madrid, Barcellona, Budapest). Nel 1965, poco prima della sua morte, si tiene a Milano un'ampia antologica, con oltre duecento opere di scultura e pittura.

FONTE: Scultura italiana del primo novecento

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